Ho trovato un pipistrello. Cosa faccio?

Vadevecum per chiunque si ritrovi in casa uno di questi animali spaventati e disorientati.

Trovare un pipistrello può suscitare panico, purtroppo questo mammifero volante si porta dietro secoli di dicerie e brutte leggende che lo figurano come un “essere maligno succhiatore di sangue”. I pipistrelli sono in realtà animali protetti dalla legge ed essenziali per natura ed esseri umani.

Iniziamo chiarendo alcune cose:

I pipistrelli italiani non succhiano il sangue!

Le nostre specie sono insettivore, le specie che si nutrono di sangue, i famigerati “vampiri”, sono poche specie di piccola taglia che vivono in centro America. Che in ogni modo, non attaccano gli umani.

I pipistrelli non si attaccano ai capelli! 

I pipistrelli non hanno alcun interesse a volare contro l’uomo, e se succede accade per sbaglio! Non sono ciechi, ma scandagliano il territorio usando ultrasuoni.

Mai maneggiare un pipistrello a mani nude!

SOLO e SOLO se è estremamente necessario (es. pericolo imminente per l’animale) maneggiarlo indossando dei guanti. In altri casi sempre usare altri oggetti per spostarlo.

•Vivono vicino a noi!

Spesso scelgono le nostre case come loro rifugio invernale, si possono trovare fra persiane, in soffitte, in buchi e fessure nelle pareti esterne della casa, nelle corsie delle tapparelle, in rientranze di finestre, in alcove di archi, portici, e molti altri luoghi. Il consiglio è quello di non disturbarli, essendo insettivori sono estremamente utili visto che si cibano delle fastidiose zanzare.

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Volpe volante. Uno dei pipistrelli orientali più grandi al mondo. I pipistrelli europei hanno invece piccole dimensioni. (Fonte foto: Internet)

Ora alcuni casi particolari e sopratutto come comportarsi:

Il pipistrello è entrato in casa! Come lo faccio uscire rapidamente?

• Niente scope o retini. Lo stordireste e lo fareste cadere a terra, ferendolo seriamente.
• Niente urla, schiamazzi o corse per la stanza, gli fareste perdere l’orientamento e lo terrorizzereste inutilmente, senza lasciargli il tempo di trovare la via d’uscita!
• Lasciate le finestre aperte e chiudete la porta, spegnendo anche la luce: dopo qualche minuto ritroverà da solo la finestra e tornerà all’esterno. Se il pipistrello non esce seguite a leggere.

Ho trovato un pipistrello fuori da un centro abitato!

  • NON TOCCARE IL PIPISTRELLO A MANI NUDE!
  • Con l’aiuto di un piccolo bastone (O in casi speciali usando guanti spessi) sollevare il pipistrello facendo attenzione a non farlo cadere
  • Localizzare un albero vicino e posizionare il pipistrello su uno dei rami più bassi

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Il pipistrello in foto era entrato di notte in una camera da letto per sbaglio. Spaventato e confuso dallo schiamazzo dei proprietari si era rifugiato all’interno di un vecchio mobile.

 

HO TROVATO DIETRO CASA UN PIPISTRELLO A TERRA FERITO/IMMOBILE/! 

  • Attendete che il pipistrello si tranquillizzi.
  • La prima cosa da fare è inserirlo in una scatola di cartone (tipo scatola da scarpe), si può posizionare un po di carta assorbente o pezzi di stoffa sul fondo, la scatola deve rimanere sempre chiusa con al massimo alcuni fori fatti con uno stuzzicadenti ai lati (NON USARE all’interno OVATTA, NON USARE GABBIE). Aggiungere anche un tappo di plastica con un po di acqua.
  • Lasciare la scatola chiusa in un posto NON freddo per alcuni giorni, possibilmente vicino a una fonte di calore.
    Non appena sentite movimenti all’interno della scatola potrebbe essere sintomo che il pipistrello si sia ripreso “dal suo shock”.

 

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Pipistrello raccolto in un sacchetto di plastica.

COME LIBERO UN PIPISTRELLO?

  • Per liberare un pipistrello bisogna essere certi che sappia volare bene.
  • I pipistrelli non vanno MAI forzati a volare.
  • Le liberazioni devono avvenire nel luogo di ritrovamento del pipistrello (le eccezioni possono essere fatte solo in casi particolari).
  • La liberazione deve avvenire dopo il tramonto con buone condizioni meteo.
  • La liberazione non deve avvenire dalle mani di nessuno, si posiziona la scatola sopra un tavolo (o anche il tettuccio della macchina),  e si apre la scatola aspettando che il pipistrello prenda il volo da solo.
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Importantissimo non maneggiare mai a mani nude i pipistrelli. Lasciarli in luoghi tranquilli e riscaldati per permettergli di riprendersi.

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Articolo liberamente tratto da :

Soccorsofauna

tutelapipistrelli.it

BATS.ORG.UK

BATWORLD.com

pipistrelli.net

Per chi volesse approfondire:

centroregionalechirotteri.org

Night birds – The barn owl

October and November bring a misty atmosphere. The wind gets colder, it forcibly moves treetops and starts to tickle with icy fingers our skin under our clothes. Misty is the perfect word to describe the landscape of the valleys and hills of Emilia Romagna, especially during autumn. At dawn and at sunset if you are walking in the countryside, you can find yourselves nestled in such suggestive natural scenarios where mist covers everything. Hardwood forests of oaks and poplars surrounded by grey fog. Faraway badlands covered in rocks where the low shrubs seem to be swallowed by the mist. In this peaceful environment is it common to hear one or two rhythmic notes, repeated at regular intervals. A deep gloomy sound, no one knows why so well framed in this atmosphere.

Barbagianni (Tyto alba). Source Morguefile.com

Among all bird songs those of owls are very characteristic, some can be heard even from long distances, low tunes and short howls formed by few letters << o u >>. It’s very common to hear a Common owl (Athene noctua), a Tawny owl (Strix aluco) or a Horned owl (Otus scops) perched on the branch of a tree; basically those are territorial and breeding calls used for communication.

Known generically as owls, these are birds of prey and they belong to the Strigidae family. Since ancient times according to folk tales, owls were associated with evil, witches used to take the form of these animals in order to perform horrible rituals such sucking blood from infants and other monstrous actions. Always the victims of ignorance, owls have been considered bearers of bad luck, mostly for their nocturnal habits and scary appearance.

The Barn owl (Tyto alba) with its white plumage and its silent flight can be in a way terrifying, especially if encountered in the middle of the night. Furthermore, this species emits a low and prolonged whistle, very harsh, alternated with chirping whistles and hisses, similar to a strangled cry.

Barbagianni dal ventre bianco.  Fonte Morgue file.com

With respect to other owls this bird belongs to a different family (Tytonidae) and it has a different appearance. Golden-buff above, more or less mottled grey, a flattened white face disk. Whitish bill and black eye, rounded wings, feathered legs and feet. Their morphology do not allow a fast flight, but they are some of the most fearsome predators thanks to highly developed senses. As all owls, the Barn owl can rotate its head to a 270-degree angle without moving the body, which provides great control over its hunting territory. In addition, they possess fine hearing abilities and a noiseless flight.

 Barn owl flying  (Tyto alba)  – Warren photographic

Despite being a widespread species in Italy, as a matter of fact it is very rare to encounter a Barn owl. Barn owls usually breed in or near farms or villages, preferring derelict buildings and old trees. These flying predators have extremely developed senses, hunting mostly over farmland and other open country, they feed on little animals like rodents and birds. After swallowing the whole pray, they can digest it thanks to powerful gastric acids. Finally, they spit little hairballs full of everything that cannot be digest. Seeing one of these hairballs on the ground is a good clue to spot the presence of one of these birds.

Between the eighteenth and nineteenth centuries, partly because of the stylistic choices of many English writers, the Barn owl became associated again with dark forces. In England, people used to say that if a Barn owl passed in front of the window of a sick man, he would soon die. Legends of this kind can be found everywhere in Europe, fortunately with some exceptions: in fact in Sweden and Norway seeing a barn owl can bring good luck.

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A celtic tapestry. Source internet.

Even if Tyto alba is a protected species the population of these animals is frequently negatively affected by hunting, by human vandalism and last but no least by the massive use of pesticides. Again, humans demonize an animal only due to the fear that they feel towards it. Indeed, all the birds of prey are essential, with their scavenger work they control the population of smaller animals, keeping the ecosystem in balance. Today the sighting of a bird of prey must be considered as a real gift from the grey and misty autumn.

Warm nature in Lanzarote I

I remember the first time I heard of Lanzarote was when I was at middle schoold. I come from a little town and in that period “the IN thing” for most mid-class families was to visit some luxury resort in far away islands, just to be able to say “I’ve been there..” or to bring back home a magmatic rock (Awful habit!), and display it in the living room. Anyway.. Not the case of my family, I continue to buy used test books since last year of university (Proud of it!) so no luxury resort for us and no piece of volcano. The last time I heard about Lanzarote was some weeks ago, when I saw a photo on a magazine, in particular a picture showing La Geria.

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Vine crops from the sky (All rights of this picture reserved to Francisco M.)

This zone is full of excavated vineyards made with debris and rocks, an ingenious way to grew grapes, despite the arid condition of the environment. This green, purple and geometric spots in the dark ground create a very peculiar view. Of course I didn’t visit the island only for understanding the enigmatic picture above, which I have to admit was very curious about it.

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Tipical frontal sightseeing in the area of La Geria

Lanzarote is the easternmost isle of the Canaries’ archipelago (Fuerteventura, Gran Canaria, Tenerife, El Hierro, La Gomera, La Palma) and with an area of 800 km2 is the fourthest largest island. This place is quiet, warm and mesmerizing, at the same time, the colors that dominates everything are black and reddish-brown, especially if you are around the Montana del fuego zone in the South-West of the Island. Due to the past eruption of the volcano everything is covered by lava debris, solid magma,  dark lapilli sand.. While driving around sometimes you face magmatic rocks, melted and mixed together to form high walls.

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Here was founded in the 1974 the National Park of Timanfaya, with its immense “moonscapes”, cliffs of sand and walls of lava rocks. It hosts a wide range of reptile, mammal and insect species but no vegetation. With an exception of low shrubs which can stand against strong winds and high temperature; and of course lichens. In particular this symbiotic organism found a perfect habitat to colonize, infact it has spread everywhere, on every single rock.  The deep activity of the volcano makes the ground literally burn in some areas and is not surprising that there are so many old legends about demons and monster emerging from the ground.

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Dromedary (Camelus dromedariuswas introduced by human in the past for tourism purposes
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Low shrubs, lichens and red ground dominate Timanfaya

The sky is always light-blue, I never saw a single cloud in one week. This fact plus the white tincture of houses, buildings, statues in the cities.. create an even more relaxing environment. The beaches at twilight are empty, in Playa Honda, close to the capital Arrecife. It’s common to see groups of Sanderling (Calidris alba), which are small birds with light colored feathers and gray heads.

When humans approach they start running in a pretty ridiculous way, moving fast their tiny legs.

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A lot of non-breeding and migratory birds are common along the coast of the islands. In Playa Honda, the Whimbrel (Numenius phaeopus) visit the rocky parts of the beach looking for food carefully avoiding agitated gulls fighting for fishes.

Few places on Earth display such a variety of endemism like Islands. The Archipelago of Canaries presents small and in some case simplified habitats but with a great fragility. Over 94 species of birds have become extinct in the last centuries. One famous endemism of North-East Lanzarote is the Jameo’s blind crab (Munidopsis polymorpha). This arthropod belongs to an abyssal genus, it has founded the adequate conditions for its survival in the volcanic underground cave of Los Jameos del Agua.

The reflection of light on the crystal  clean water creates spectacular effects in this environment and very curios is the location. As a matter of fact above the cave it’s been built a modern mansion, with a swimming pool, a museum and an auditorium. Atypical way to conserve an endemic species, it would be perfect if tourist avoid misbehaviour such as entering in the water of the cave to take pictures.

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The surroundings above the cave. Mostly debris and shrubs

 

To be continued

 

Bibliography:

Fauna of the Canary Islands – José Manuel Moreno

Lanzarote – Raimundo Rodrìguez

 

Resumen experiencia y Parque Lanin

Esto es un resumen sobre la mi experiencia en Argentina por el proyecto overseas de tesi de maestria, escribo por toda la gente muy amable que me aiudarà con la compilacion del cuestionario y que le interesa saber algo mas:

Yo elegi tres temas principales:

  • Actividad de educacion ambiental por la sensibilizacion de el publico
  • Diferencia en la gestión y metodología de conservación de especies animales endemicas
  • Diferencia en la gestión y metodología de conservacióny de especies en peligro de extinción

Resumen de las actividades:

• Colaboración por un período indicativo sujeto a la disponibilidad proporcionada por los centros / parques / reservas

• Recopilacion de material bibliografico

• Participación en las actividades de campo dentro de la educación ambiental

• Preparación de un blog Word Press en Italiano dedicado a la experiencia

El viaje fue muy duro, porque como creo, la mayoria de los europeos no estamos acostumbrados a las grandes distancias que hay en argentina para ir de un lado a otro. En este viaje tomé de Buenos Aires a Puerto Iguazù un avion y despues solo collectivos, en total en tres semanas casi 80 horas de viaje en autobus, una verdadera locura. En el mes de Marzo yo he visitado en particular:

  • Parque Nacional Iguazù (Provincia Misiones) -> Articulo y foto  
  • Parque Nacional Talampaya (Provincia La Rioja) -> Articulo y foto  
  • Parque Nacional Lanín (Provincia Neuquén)
  • Parque Nacional Nahuel Huapi (Provincia Rio Negro)
  • Reserva Marina Peninsula Valdes -> Articulo y foto  
  • Punta Tombo (Provincia Chubut) -> Articulo y foto  
  • Centro de recuperacion animales “Guira Oga”

Elegì el voluntariado en el Parque Lanin. El Parque Nacional Lanín está ubicado en el sur de la provincia de Neuquén. Posee una superficie de 412.013 hectáreas pertenecientes a la ecorregión de Bosques Patagónicos con sectores de Estepa Patagónica y Altos Andes. Cuando llegé a San Martin de los Andes me parecio una linda ciudad, muy diferente a la ciudad lacustre de Bariloche. Un poco mas moderna y en en medio de la naturaleza.

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San Martin de los Andes (Fonte internet)

Tuve la mala suerte de llegar en una fecha dificil para el parque, porque era Pascua y ademas no tenian muchas actividades en esas fechas en las que yo pudiera participar. Hablé mucho con el Biologo conservazionista Nicolas, con el Guardiaparque Juan, con la bibliotecaria del centro, y con dos chicas que trabajan en la educacion ambiental. Ellos me dieron la posibilidad de participar en una de las actividades del parque llamada “charlas” donde se habla con niños de escuela sobre tematicas del parque y la naturaleza. Yo hago un trabajo muy similar en Italia, por lo que ya tenia experiencia.

Me gustò muchisimo la colaboracion da todo el personal del parque, biologo, regentes, educadores ambientales y graficos, todos me ayudaron mucho en la recopilacion de informacion escencial para mi tesis (Libros, Articulos, Imagenes..). Del mismo modo la naturaleza, la geografia y el medio ambiente de los andes es espectacular. Por ultimo participe en una excursion en el parque, fue realmente linda. Si vienen al Parque Lanin les recomiendo que vayan a ver el lago y que hagan una excursión en barca por él lago Lacar. Si van paseando por los bordes del lago, les recomiendo también que presten atención a los pájaros que viven en los arboles, son muy bonitos. La excursion era de medio dia, 6 horas sobre Lago Lacar y Lago Nonthue, se subdivide en 4 paradas:

Quila quina – Primera parada, una linda playa cerca de un sendero en el medio del bosque donde se pueden mirar muchos animales como: la Vanellus chilensis (Taro comun), Milvago chimango y la Chloephaga poliocephala (Cauquen real).

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Vanellus chilensis
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Milvago chimango
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Chloephaga poliocephala

 

  • Hua hum – Segunda parada, donde se puede mirar la estupenda geografia del paesaje

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Cascada y arrojo de chachin – Tercera parada, un camino a pie de 40 minudos en el medio de el bosque andino patagonico.

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Isla santa teresita – Quarta parada, donde se puede ver un ejemplar de Luma apiculata (Arrayán rojo o palo colorado), una especie arborea de la familia de las mirtaceas, muy rara.

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No me gustò para nada la guia de la excursiòn porquè era una mujer aburrida.

Si me pidieran que trabajaran de forma permanente en Argentina creo que necesitaria pensarlo, la naturaleza de argentina me encanta creo que es maravillosa. Pero la vida aqui es muy diferente a la vida en Europa.

El area protegida de Punta Tombo a 400 km da Puerto Madryn en provincia de Chubut me gustò mucho tambien. Creo que es una de las areas que prefiero, respetan muchos los animales y se puede praticar una buena conservacion porque los animales estan libres. Cabe incluir que los pinguinos son aves muy interesantes, que se pueden estudiar casi todos los años porque tienen un ciclo vidal muy complejo.

Mi articulos sobre Punta Tombo

La fauna di Penìnsula Valdés

Forse una delle cose che mi dispiace di più è non essere riuscito a catturare con un immagine il vento. Si perché il vento è l’essenza della Patagonia, lo incontri di prima mattina appena esci, mentre passeggi vicino alle acque dell’ Atlantico e a volte perfino all’improvviso di sera. Il terreno della steppa patagonica, nei pressi della città di Puerto Madryn, è piatto, con pochissimi alberi alti, la vegetazione ha un portamento basso, con cespugli rotondeggianti, spinosi, con forme a cuscino. Queste lande si estendono per oltre 100 chilometri nella vicina Penisola di Valdes e terminano con spiagge sabbiose oppure, in altri punti, con scarpate di roccia inclinate.

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Non ci sono strade asfaltate nella Penisola, a parte alcuni tratti in prossimità della Città di Puerto Piràmides
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Punta Delgada

A questa riserva naturale protetta si può accedere solamente con un Guardia Fauna e in Minibus, anche qui è come essere in un Safari, mentre si sobbalza sui sedili a causa della sterrata, ai lati della strada si susseguono Volpi grigie (Pseudalopex griseus), Marà (Dolichotis patagonum), Guanachi (Lama guanicoe) intenti a pascolare e piccoli gruppi di Nandù (Rhea pennata). Le abitudini delle civette delle tane (Lechucita Vizcachera in lingua locale, Athene cunicularia) stupiscono, si è abituati ad osservare questi rapaci in momenti crepuscolari o notturni, invece questa civetta è attiva durante il giorno, e utilizza come rifugio i nidi scavati da altri animali terrestri poi in seguito abbandonati. Il loro piumaggio li fa mimetizzare in maniera eccellente con i colori della steppa, la guida ci deve indicare più volte la loro posizione per poterle osservare.

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Athene cunicularia

Varie parti della Penisola meritano una sosta.

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La Penìnsula Valdés

Purtroppo non è periodo di avvistamento Balene visto che si sono già spostate in altre zone e quindi viene saltata la parte più meridionale, Punta Piramìdes. Sulla costa orientale c’è Punta Delgada, qui è possibile osservare, sebbene da un po lontano, qualche pinguino di Magellano, alcuni elefanti marini (Mirounga leonina) spiaggiati in compagnia di gruppi di cormorani (si suppone specie Phalacrocorax atriceps).

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Un giovane elefante marino (Mirounga leonina) sulla spiaggia di Punta Delgada
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E’ presente un marcato dimorfismo sessuale tra maschi e femmine in colorazione e morfologie del muso. I maschi alla nascita hanno un manto nero che poi vira al grigio, possono pesare fino a 5 volte più delle femmine e sono dotati di una proboscide nasale che cresce fino agli 8 anni di età.
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Proboscide di Elefante marino maschio adulto (Fonte: ilregnodeifossili.blogspot.com)

Altri volatili come la Calandria mora (Mimus patagonicus) si avvicinano più facilmente ai camminamenti in legno tenendosi sempre però a distanza dai gruppi di turisti. Questa specie in particolare riempie l’aria con note soavi, tende a imitare i canti degli altri uccelli. Si riconosce per il suo piumaggio del petto chiaro e le bande nere e bianche presenti sulle ali, predilige molto per la nidificazione le zone arbustive della Penisola.

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Calandria Mora (Mimus patagonicus)
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Barre alari di colorazioni caratteristiche

Caleta ValdésPunta Cantor sono sempre ad Est della penisola, anche qui la fauna abbonda, dopo un piccolo centro visite si cammina su passerelle costruite in mezzo ad antichi depositi argillosi ricchi di fossili, per arrivare al camminamento principale dove si osservano altri elefanti marini di diversa età e dimensioni in riva al mare. Nei momenti più fortunati è possibile anche l’avvistamento delle Orche (Ocinus orca).

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Depositi argillosi

L’ultima tappa è Punta Norte, forse una delle zone più belle di tutta la penisola per i suoi lunghi percorsi.

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L’osservatorio di Punta Norte
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I camminamenti sono passerelle in legno. Permettono facilmente ad ogni tipo di visitatore l’accesso all’area
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I percorsi sono costruiti lontano dalla costa per garantire la protezione delle specie animali

Anche qui si possono vedere elefanti marini, uccelli di costa, orche e in più i Leoni marini sudamericani (Otaria flavescens). Elefanti e leoni marini sono entrambi carnivori, si cibano di molte diverse specie di pesci e cefalopodi, nella loro dieta troviamo polpi, chimere, piccoli squali, calamari e molte altre specie che riescono a catturare grazie la loro abilità di immersione profonda.

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In mezzo ai camminamenti polverosi c’è un osservatorio rialzato dove si può osservare il panorama, i percorsi si affossano nel terreno per poi rialzarsi, si cammina così in mezzo a buche, cespugli a cuscino, piante dai rami secchi dove si posano uccelli marini, proprio a pochi metri dai visitatori. Questo ambiente polveroso, con tane e zone cespugliose fitte è l’habitat ideale per piccoli rettili come lucertole, roditori e armadilli. In mezzo alla monotona vegetazione della steppa può accadere di trovare qualche fiore dai colori cangianti.

L’armadillo o peludo come viene chiamato qui (Chaetopractus villosus) è al centro dell’attenzione, girovaga elemosinando cibo ai turisti nel parcheggio vicino. Questo animale è un eccellente scavatore di gallerie complesse che può condividere con altri esemplari.

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Armadillo Sud Americano (Chaetopractus villosus)
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Questa specie di armadillo è lunga approssimativamente 35 cm e può pesare fino 3,6 kg

Nei momenti di pericolo emette grugniti e può chiudersi ritraendo corpo e zampe dentro al suo “guscio” per protezione. Ancora una volta un animale per lo più notturno ha modificato le sue abitudini al richiamo del cibo “facile” lasciato dagli umani.

Anche se non sentite il richiamo del vento della Patagonia, la Penisola di Valdes è un posto da non perdere e difficile da scordare. E se proprio non si è soddisfatti di vedere gli animali marini da così lontano ci sono altre esperienze che avvicinano ancora di più alla fauna della patagonia. Come le loberie (Da “Lobo” = Foca) sparse lungo le coste, la riserva di pinguini di Punta Tombo, l’avvistamento in barca di delfini e balene a Puerto Pìramides o perfino la possibilità di un bagno con i Leoni Marini.

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Leoni marini in una caletta non lontano da Puerto Madryn, sono possibili escursioni in barca per vedere da più vicino questi animali molto vivaci

 

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Continua.. con l’articolo: “I pinguini di Punta Tombo”

Foto: Alberto Camporesi & Lisa Mattioli

I pinguini di Punta Tombo

Tra tutti i periodi che si possono scegliere per visitare Punta Tombo, forse abbiamo scelto proprio quello più tranquillo. Non che il mese di Marzo non regali sorprese in questa colonia di pinguini, ma girovagando fra i percorsi e i bassi arbusti dell’area protetta si capisce che questo è proprio il momento dell’anno in cui gli animali sono in totale relax. O almeno per restare meno sul vago è il momento in cui ci si riposa in preparazione alla migrazione autunnale. Punta Tombo si trova affacciata sull’Atlantico, nelle terre patagoniche dell’Argentina.

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La vegetazione dell’area protetta è quella tipica della Eco-Regione della Steppa patagonica
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Il Mar Atlantico bagna le rive della costa di Punta Tombo

La Punta è costituita da un massiccio roccioso di origine vulcanica di ben 200 milioni di anni che ospita tappeti  di ciottoli, sabbia, calette rocciose e distese di vegetazione tipiche della steppa patagonica.

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Una delle calette in cui i pinguini si raggruppano; è comune osservare piccole lotte, pinguini che nuotano e altri che si lavano il piumaggio in acqua…

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Dopo la deposizione delle uova in ottobre, la crescita dei piccoli, le mute, a Marzo e Aprile i pinguini di magellano (Spheniscus magellanicus) iniziano ad abbandonare i nidi preparandosi a una migrazione che li porterà a vivere quasi sei mesi in mare. Migreranno a Nord, tenendosi a non più di 100 km della costa, nuotando fino a raggiungere Uruguay e Brasile. Sono uccelli marini e passano la loro vita alternando vita in acqua e sulla terraferma.

Nell’acqua principalmente si nutrono di acciughe, merluzzi, calamari e sono dotati di una colorazione del piumaggio mimetica che gli permette di sfuggire ai predatori. Il bianco del ventre gli permette di confondersi con la luce sopra il pelo dell’acqua, e il dorso nero invece mima i colori scuri delle profondità marine.

 

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Dai camminamenti in legno guardando in basso si possono vedere molti pinguini che si riparano all’ombra

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Le mute si susseguono nella vita dei pinguini. Il piumaggio è forse una delle parti più importanti del loro corpo; assicura isolamento termico contro il freddo oceanico, e conferisce idrodinamicità aumentando la velocità in acqua. Questo cambiamento avviene con lentezza e richiede molte energie. Il riposo è obbligato.

Il pinguino è una specie monogama, forma nuclei familiari stabili (una coppia all’anno) e tende a ritornare nello stesso luogo di nidificazione, questi uccelli possono vivere fino a 30 anni. Le popolazioni riproduttive in argentina sono state registrate in 63 siti e contano più di 95.000 coppie.

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Un ipotetica coppia riposa sotto un arbusto vicino ad uno dei camminamenti
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I nidi sono costruiti sotto arbusti oppure scavati nel terreno incoerente, in alcuni parti della riserva le buche sono molto numerose

Oltre a queste colonie i pinguini di magellano sono presenti su tutta la costa sud-orientale Argentina a partire dalla Penisula di Valdes. In passato le popolazioni erano altamente minacciate sopratutto per il consumo umano. Alcuni dei pericoli attuali per questa specie sono: i riversamenti petroliferi in mare, (molto più preoccupanti in passato che attualmente), la cattura accidentale dovuta alla pesca, la predazione da parte di carnivori come volpi, la rimozione di uova dai nidi e naturalmente il turismo. L’area naturale protetta di punta tombo cerca proprio di limitare i danni dei visitatori. Proponendo un metodo di visita che non infastidisca gli animali, permettendo cosi di vederli nel loro habitat naturale, osservando i loro comportamenti il meno possibile condizionati dall’uomo.

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I segnali nell’area protetta ricordano ai visitatori l’importanza di rispettare i suoi abitanti

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Foto: Lisa Mattioli & Alberto Camporesi

Il Parco di Talampaya: fra condor, guanaco e fossili

Circa 1600 km separano Puerto Iguazù nella Provincia di Misiones dalla città della Rioja. E altri 200 km distanziano questa città di provincia dal Parco Nazionale di Talampaya sulla Routa Nacional 76. Le distanze in Argentina prendono tutto un altro significato per chi è abituato a viaggiare in Europa. Si rimane incantati a fissare la natura ma allo stesso tempo si rischia di impazzire non essendo abituati alla lunghezza del viaggio; cosa invece così comune per la gente del posto, abituata a viaggi interminabili. IMG_9292.JPGI paesaggi infatti rimangono gli stessi per ore e ore, un susseguirsi della stessa vegetazione, ambienti per lo più incontaminati, con sporadici centri abitati composti da qualche casa. Percorrendo le strade asfaltate in direzione del parco la vegetazione semi desertica diventa sempre più frequente, lentamente scompare il verde acceso dalle piante e si sostituisce con tinte più tenui. Anche il terreno cambia, diventando sempre più grigiastro e polveroso.

Uno degli abitanti più visibili della zona è sicuramente il Guanaco (Lama guanicoe); si distingue dal Lama (Lama glama) tipico del Perù, per la sua pelliccia rossiccia sul dorso, il ventre bianco, una maschera di pelo grigio-bianco sul muso, e una figura molto più esile. Generalmente si incontrano in gruppi familiari, dove si vede la femmina, il piccolo (Chiamato nel gergo locale “Chulengo”) e il maschio dominante (“Relincho”).

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Femmine e piccoli sono spesso protetti da un maschio dominante che resta in retroguardia

Il maschio resta di solito di guardia, distanziato, avvertendo  con una caratteristica vocalizzazione la presenza di un pericolo.

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In lingua locale il maschio è chiamato Relincho

Bastano pochi chilometri per incontrare altri Guanaco, i gruppi arrivano anche fino a 20 individui, di solito con harem composti da più femmine, sono abituati a pascolare graminacee e altri arbusti bassi tipici di queste zone.

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Ci si accorge di essere vicini al parco quando il terreno vira al rosso acceso. I bordi delle strade iniziano ad essere coperti da uno strato di polvere color mattone.

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L’entrata del Parco di Talampaya
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Scenario desertico con cespugli di Retamo (Bulnesia retama)

Questa area naturale è incastonata fra il Confine Cileno e una grande catena montuosa chiamata Sierra Miranda. E’ visitata principalmente per i ripidi canyon dal rosso intenso e per le varie forme che hanno assunto alcune rocce, a causa della degradazione causata da pioggia e vento. Sono rocce di deposizione sedimentaria originarie del triassico inferiore.

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L’entrata del canyon

Nella prima parte del Canyon vengono mostrate incisioni rupestri di età precolombiana ritrovate nelle rocce. Rappresentano animali (Forse Guanachi e Nandù), figure umane stilizzate, motivi geometrici, impronte, esseri con ali di farfalla.. di difficile interpretazione, forse con un significato mistico-religioso.

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Petroglifi indigeni

All’inizio del Canyon si accumulano enormi dune di sabbia create dall’azione dei venti. Ma all’interno delle gole scorre il letto del fiume Talampaya, durante i periodi di pioggia può riempirsi notevolmente, ora però si trova in secca. Le piante locali formano agglomerati di vegetazione lungo il letto, e in prossimità delle pareti ripide formano un bosco chiamato dalle guide “Giardino Botanico”, perché contiene alcune delle piante tipiche di questo clima semi-desertico. Alberi del genere Prosopis (Famiglia delle carrube!) seguono i camminamenti di legno riempiendo il terreno con i  loro bacelli caduti, di cui si cibano molti animali, questi alberi sopravvivono grazie alla loro capacità di trovare con le radici acqua in profondità, presente sopratutto in prossimità del letto fluviale; altre piante come Geoffrea decorticans a maturità si scorticano, mostrando la giovane corteccia verde, risultando abbastanza scenica. Quest’ultima può sopportare temperature di 40°C.

Molti animali vivono in questa parte vegetata del parco. I Loro Barranquero (Cyanoliseus patagonus), pappagalli verdi e gialli, saltellano in gruppetti sugli arbusti piu bassi cibandosi di bacche.

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Loro barranquero (Cyanoliseus patagonius)

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Vista interna del canyon dal giardino botanico

Altri animali come i Marà (Dolichotis patagonum) e i Nandù (Rhea americana) si tengono a distanza dagli umani, scappando rapidi appena i bus turistici si avvicinano.

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Marà (Dolichotis patagonum)
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Nandù (Rhea americana)
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Una coppia di Marà riposa all’ombra di un albero. I marà tendono a stabilire relazioni monogame con un solo partner.

Rapaci diurni come il condor andino (Vultur gryphus),

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La cresta è un carattere tipico degli esemplari maschi di condor andino. Le popolazioni di questo uccello stanno subendo un drastico calo.

l’Aquila blu cilena (Geranoaetus melanoleucus), e l’Aquila crestata (Harpyhaliaetus coronatus) sono sempre presenti in cielo. Nidificano sulle cime del canyon e nelle rientranze della roccia. Se si è fortunati si può osservare anche qualche grosso rettile fra i sassi. lucertolone.jpg

Piccoli roditori del deserto, Zorros (Lycalopex griseus) e Puma (Puma concolor) invece sono difficili da vedere. Proseguendo il cammino lungo le gole si osservano rocce modellate dalle intemperie a cui sono stati dati nomi “turistici” come: “Il Monaco”, il “Campanile”,”La Cattedrale”..

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L’incisione nella roccia chiamata il campanile riflette il suono sulla parete del canyon opposta producendo un eco fortissimo
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La roccia del monaco in lontananza

Insieme al Parco vicino di Ischigualasto l’Area di Talampaya è una delle zone di maggior interesse paleontologico dell’intera Argentina. In queste zone infatti., fra gli innumerevoli ritrovamenti, sono stati ritrovati i resti del Lagosuchus talampayensis, un dinosauro che si ritiene essere stato una forma di transizione tra i rettili a sangue freddo e i dinosauri a sangue caldo.

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Continua.. con l’articolo: “La Valle della Luna: il Parco di Ischigualasto”

Foto: Alberto Camporesi & Lisa Mattioli

Le Cascate di Iguazù

Dopo 2 ore di volo, 30 minuti di taxi, un oretta di collectivo (bus), e altri 30 minuti in un minuscolo treno si arriva finalmente nel cuore del Parco Nazionale delle cascate di Iguazù. Il Parco si estende quasi per 60000 ettari, sul confine tra Argentina, Paraguay e Brasile. Il suo nome deriva dalla lingua indigena e significa “Grande acqua”. Il clima è caldo umido, tipico della Eco-Regione della selva paranense. Per Eco-regione si intende semplicemente una area caratterizzata da una componente floristica, una tipologia climatica e di conseguenza una fauna specifica. IMG_9153.JPG

Ci sono tre percorsi accessibili nel parco: il sentiero Garganta del Diablo, il paseo inferiore e il paseo superiore. Mentre ci si avvicina ai diversi camminamenti si passeggia tranquillamente in mezzo alla foresta, specie tropicali di Leguminose, Moracee, Arecacee, Mirtacee, formano possenti pareti attorno ai sentieri e bloccano un poco la calura del sole. Alcune piante veramente particolari, come l’Higueron (Strangle fig) si attorcigliano in nodi, stritolando gli alberi, altre come il Lapacho amarillo (Handroanthus albus) macchiano la vegetazione di giallo.

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Guembè (Philodendron bipinnatifidum) è una pianta delle Araceae con un tronco veramente particolare, possiede cicatrici che ricordano la forma di molti occhi

Farfalle di tantissime specie diverse riempiono letteralmente l’aria, rendendo tutto colorato e svolazzante. Basta fermarsi un attimo, per scattare una foto e in un secondo almeno altre 3 o 4 farfalle si posano sulle nostre teste, sui vestiti o addirittura sulla fotocamera. Ci sono alcune docce all’aperto, le cui grate sul terreno sono ricoperte di lepidotteri, forse questi animali apprezzano molto i residui salini lasciati dalle docce dei visitatori, o semplicemente si abbeverano tranquilli lontano dalle acque turbolente del rio.

Il primo percorso è costituito da possenti passerelle di acciaio, che si snodano sulla superficie del fiume. Il corso fluviale è spesso in piena in seguito alle forti pioggie. Camminare quasi sul pelo dell’acqua è una bella sensazione, gli unici rumori sono il rombo delle cascate in lontananza e il fruscio delle acque che si infrangono sui piloni di pietra che reggono le passerelle. Il fiume è vastissimo. Spesso le passerelle arrivano ad isolotti di terra rossa e pietra che compaiono in mezzo alle acque, sulle rive non mancano mai folti arbusti verdi, tronchi abbattuti dalla corrente e massi.

Le temperature sfiorano i 35° già alla mattina, ma la calura è sopportabile. Passando in mezzo agli isolotti vegetati nel fiume ci si accorge di non essere soli. Il richiamo di almeno 7-8 uccelli blu-gialli attira l’attenzione dei visitatori più attenti, un fischio breve e acuto. Sui rami stanno vigili gli Urraca comun (Cyanocorax chrysops) della famiglia dei corvidi. La brutta abitudine dei visitatori di nutrire gli animali del parco porta quest’ultimi ad avvicinarsi molto alle passerelle, non esitando neppure a rubare il cibo dalle mani delle persone. In gruppi di tre rimangono appollaiati sui rami, alternando un fischio ad un salto su un ramo vicino.

Al termine del percorso sulle passerelle ci si ritrova in cima alla Garganta del Diablo, uno dei punti più alti, dove le acque convogliate cadono per oltre 2,700 metri nel Rio Iguazù, riempiendo l’aria di vapore acqueo.

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Visuale al termine del camminamento sul fiume

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Il dislivello è creato da ammassi di roccia magmatica che creano numerose cascate consecutive, chiamate “Salti” raggiungibili attraverso gli altri percorsi. Gli altri sentieri attraversano la foresta in più punti e poi portano a diversi camminamenti, tutti che rasentano la cima delle cascate.

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Panorama dal paseo inferiore

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Arcobaleni singoli e doppi si possono osservare da quasi tutti i percorsi

La zona ospita piu di 400 specie di uccelli e oltre 70 specie di mammiferi, non tutti però si lasciano osservare, il Tapiro, il Giaguaro, l’armadillo e il puma, sono schivi e alcuni con abitudini notturne. Un parente dei procioni (Famiglia procionydae) però perseguita chiunque incontri sul suo cammino, il Coatì (Nasua nasua) è particolarmente curioso e invadente, ha un muso affusolato, una pelliccia marrone e una lunga coda bianca con anelli neri. Girovaga lungo i percorsi scavando buche nel terreno alla ricerca di larve o rubando cibo ai visitatori.

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Alcuni esemplari battono sempre i sentieri e le vicinanze dei bar per cercare cibo abbandonato dai visitatori
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Anche se può sembrare molto inoffensivo il Nasua nasua ha artigli e denti molto affilati
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Questi animali sono ormai abituati alla presenza degli esseri umani

Il loro richiamo è molto strano, una sorta di fischio-pigolìo, con cui comunicano fra loro. Falchi, aquilotti e perfino condor volteggiano sopra l’Isola San Marten, un grosso isolotto al centro del Rio Iguazù, circondato dalle cascate, spesso i rapaci si intravedono appollaiati sugli alberi non lontani dai sentieri. Anche i rettili sono comuni, la Lagartijia misionera, una lucertola di grosse dimensione domina il Paseo superiore. I camminamenti sono costruiti in modo da mostrare diverse visuali delle cascate, offrendo ogni volta panorami diversi impossibili da non fotografare.

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Al centro del fiume si può notare l’isola rocciosa di San Marten accessibile nei momenti in cui il fiume non è in piena

Nel 1984 il sito è stato dichiarato Sito di Patrimonio Mondiale dall’Unesco infatti visitare il Parco è veramente un esperienza maestosa. Inoltre se si visita il parco con attenzione, ricordandosi di guardare e ascoltare, non fissandosi solo sulla bellezza delle cascate, si possono scoprire con facilità alcuni degli animali che popolano questo gigantesco parco.

 

Foto: Lisa Mattioli & Alberto Camporesi

Mammiferi volanti

I miti e i luoghi comuni che circolano attorno i pipistrelli sono innumerevoli e fantasiosi, fomentati per anni dalla televisione, e prima ancora dai libri e dalle diverse culture. In realtà i pipistrelli rappresentano una vera punta di diamante nel vasto mondo animale, sono infatti gli unici mammiferi con capacità di volo. In Europa del Nord e in Russia, in climi freddi, possiamo trovare i famosi scoiattoli volanti (Pteromys volans), mammiferi anche loro, roditori della famiglia Sciuridae, che possono volare da un albero all’altro anche per distanze notevoli fino a 20 metri; ma il loro non è un “vero” volo, infatti usano una membrana di pelle estensibile per librarsi in aria.

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Scoiattolo volante Fonte: Web

Le ali dei pipistrelli invece si sono originate da una modifica dell’arto superiore, le varie ossa della primitiva “mano” si sono allungate e risultano unite da una sottile membrana vascolarizzata chiamata patagio.

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Rhinolophus ferrumequinum Fonte:https://www.flickr.com/photos/dietmarnill/5117647620

La dieta dei pipistrelli non comprende solo il sangue come il pensiero comune sostiene; infatti solo tre specie al mondo sono Ematofaghe, i denti affilati non vengono nemmeno utilizzati per succhiare il sangue ma più che altro per incidere la pelle degli animali per poi leccare il sangue dalle ferite. Gli insetti sono sicuramente uno dei cibi preferiti dai pipistrelli europei ma specie tropicali si nutrono anche di polline e nettare, alcuni fiori continuano ad esistere proprio grazie al lavoro di impollinazione svolto dai chirotteri.

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Un pipistrello posato su un fiore. Fonte:http://news.nationalgeographic.com
Un pipistrello si avvicina a un fiore per nutrirsi di nettare, alcune specie sopravvivono grazie al lavoro di impollinazione svolto dai chirotteri. Fonte:http://news.nationalgeographic.com
Un pipistrello si avvicina a un fiore per nutrirsi di nettare, alcune specie sopravvivono grazie al lavoro di impollinazione svolto dai chirotteri. Fonte:http://news.nationalgeographic.com
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La ricerca del nettare all’interno del fiore ricorda molto la nutrizione di farfalle e colibrì. Fonte: http://news.nationalgeographic.com/
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Il pensiero comune raffigura i pipistrelli come avidi succhiatori di sangue quando in realtà le specie di chirotteri ematofagi sono solo 3 in tutto il mondo. Fonte: http://news.nationalgeographic.com
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Le volpi volanti hanno una dieta frugivora, sono pipistrelli comuni in ambienti tropicali. Fonte: Web

 

 

 

 

 

 

 

Le volpi volanti o pipistrelli della frutta (Famiglia Pteropodiae) sono i pipistrelli più grandi al mondo con un apertura alare che può arrivare a 1,5 m. Sono diffusi in Africa, Australia e Asia Orientale in Indocina, Indonesia e Arcipelago delle Filippine. La loro dieta comprende principalmente frutti e fiori di piante tropicali. Sono gregari e alcune specie sono esclusivamente diurne.

I pipistrelli non sono ciechi e non temono la luce, le volpi volanti infatti usano la vista per procurarsi il cibo fra gli alberi. Quelli che frequentano ambienti bui o hanno abitudini notturne utilizzano invece una caccia ad ultrasuoni con diverse frequenze usando il principio della eco-localizzazione. Questi animali infatti sono in grado di generare ultrasuoni dalla loro laringe o schioccando la lingua sul palato. Una volta che l’ultrasuono colpisce il bersaglio questo rimbalza ritornando ai padiglioni auricolari del pipistrello fornendo al cacciatore l’esatta posizione della preda.

La volpe volante dal capo dorato (Acerodon jubatus) uno dei piu grandi pipistrelli del mondo. Fonte: Yushi Osawa / Bat Conservation International
La volpe volante dal capo dorato (Acerodon jubatus) uno dei piu grandi pipistrelli del mondo.
Fonte: Yushi Osawa / Bat Conservation International

I pipistrelli spesso vivono in comunità molto numerose, possono stabilire relazioni monogame oppure i maschi possono creare piccoli harem di femmine. Le singole colonie possono contenere fino a circa 500,000 individui. AI nostri climi temperati nel periodo compreso fra Maggio-Giugno si stabiliscono in luoghi caldi e riparati, le colonie riproduttive (Nursery)  dove le femmine partoriranno. Di solito ogni femmina partorisce un solo piccolo, raramente due e gli svezzamenti durano solo qualche settimana.

Vampyressa nymphaea è un pipistrello delle foreste che si estendono dal Nicaragua all'Ecuador, tendono spesso a formare colonie composte da un maschio e diverse femmine. Fonte: National Geographic
Vampyressa nymphaea è un pipistrello delle foreste che si estendono dal Nicaragua all’Ecuador, tende spesso a formare colonie composte da un maschio e diverse femmine. Fonte: National Geographic

Le specie che vivono in regioni più temperate, con stagionalità media, hanno sviluppato dei meccanismi per superare le stagioni più critiche fredde, in cui il cibo scarseggia. Dopo aver trovato ambienti protetti in cui temperatura ed umidità rimangono costanti per lunghi periodi entrano in uno stato di inattività abbassando tutte le loro funzioni vitali  (Respiro, metabolismo battito..). Ad inizio primavera fra febbraio e marzo poi si risveglieranno per riprendere la caccia.

Centinaia di pipistrelli in una caverna nell'isola di Bioko, nella Guinea Equatoriale. Le colonie possono raggiungere anche popolamenti di 500,000 individui.
Centinaia di pipistrelli in una caverna nell’isola di Bioko, nella Guinea Equatoriale. Le colonie possono raggiungere anche popolamenti di 500,000 individui. Fonte: National geographic.com

I pipistrelli mantengono sotto controllo le popolazioni di insetti, anche i più dannosi per le colture, sono essenziali per l’impollinazione di specie di fiori e sono importanti dispersori dei semi di molte piante. Pur quanto siano utili sono però in pericolo. Le minacce sono  la perdita di habitat dovuta a interventi umani di vario tipo, l’uccisione collegata a false credenze e in Asia sono ancora cacciati per scopi alimentari. Un altro pericolo è rappresentato dalle malattie, in Nord-America quasi 6 milioni di pipistrelli sono stati uccisi dalla “Sindrome del Naso Bianco”, malattia causata da un fungo chiamato Pseudogymnoascus destructans che attacca i pipistrelli durante la loro ibernazione causando mortalità altissima. Molte sono le associazioni che si occupano della conservazione e della tutela dei chirotteri (es. Internationa Bat Conservation) anche tramite campagne di sensibilizzazione.

Per concludere: I pipistrelli ci vedono, non portano sfortuna, e su 1,300 specie solo 3 succhiano sangue. E.. la probabilità che si incastrino fra i capelli di qualcuno è veramente scarsa.

Fonti: National Geographic.com, Chirotteri.com, Batcon.org

Leoni Marini violentano Pinguini

Qualche mese fa un video shock ha fatto il giro virale della rete, grazie anche alla potenza dei social network. Il video in cui dei Leoni Marini violentano dei pinguini è  una delle perle nere che ci offre nostra Madre Natura.

Per vedere Il video clicca qui

Mi ricordo che io stesso raccontai questo episodio a numerosi conoscenti e che alcune persone mi fecero domande al riguardo. La risposta che detti era quella che lessi sulla pagina facebook di Nico de Bruyn un ricercatore che abita a Pretoria in Africa del Sud e che ha potuto studiare questi strani fenomeni. Spiegazione ipotetica: Il Leone Marino risponde a stress di diverso tipo, per esempio ambientali, climatici, legati quindi a cambiamenti di temperatura o disponibilità delle femmine, con comportamenti inusuali, cioè il rapporto con una specie diversa, che spesso e volentieri termina con un uccisione.

Spiegata questa semplice cosa, ricordo un mio conoscente fece quasi finta di non sentire, continuando a fissarsi sul punto che quell’atto era qualcosa di disumano. Per Lui non andava bene la spiegazione del “E’ un comportamento animale insolito legato a stress”, no. Continuava a interrogarsi sul perché potesse avvenire qualcosa di così terribile in natura. Ripetendo frasi come: “Lui è lì, viene stuprato e tutti i suoi compagni lo guardano, senza fare nulla!” oppure “Sentirà male? Cosa starà pensando lo stupratore?”. Nel primo caso si metteva Lui nella posizione del pinguino. O almeno considerava il pinguino come un essere umano. Il mio amico stava facendo semplicemente quello che l’essere umano ha primeggiato fare negli ultimi 10’000 anni, cioè porsi al centro di ogni cosa. Questo modo di fare, di porsi, nel nostro esempio con il mondo animale, è stato chiamato Antropocentrismo.received_10205901538565775

Siamo continuamente bombardati dai media con animali che fanno le cose più disparate; apprezzare caramelle gommose (che tu sia un cavallo o un delfino), cani che portano la carta igienica, che mangiano al ristorante, e altri che portano la dentiera, gorilla che fanno l’aperitivo, maiali parlanti.. è normale che tutto questo ci influenzi enormemente. Di sicuro non sono l’unico che ha una Nonna con un gatto, e di sicuro non sono nemmeno l’unico che quotidianamente la ascolta dire frasi al gatto del tipo: “, “Mi hai stancato”, “Basta starmi in mezzo ai piedi” “Vai fuori”, e se il gatto è ubbidiente mi dice con aria soddisfatta “Vedi, mi capisce proprio”. Lei è convinta che il gatto la capisca, quando in realtà un felino non capisce le parole umane, ma meglio collega toni di voce a ordini, gestualità. Lo so, ci è difficile avvicinarci a quest’ultimo modo di pensare. Io sono il primo che ama cullarsi in maniera un po romantica in un mondo dove gli animali sono come sempre li abbiamo considerati, non umani solo perché gli manca la parola. Il libro che ho letto che mi ha portato a scrivere questo articolo è quello di Stephen Budiansky “Se un Leone potesse parlare”, in cui viene ribaltato il nostro modo di pensare, cosa molto difficile da accettare come dice anche Lui stesso.

Una delle Frasi che più mi è rimasta impressa è : “Se un Leone potesse parlare non lo capiremmo comunque”. Sì perché un Leone ci vedrebbe proiettando la realtà che lui conosce,  e ci comunicherebbe come lui intende la comunicazione, visto nell’ottica leonina, se noi gli andassimo di fronte a urlare CIAO COME STAI, potrebbe pensare: “Che modo incomprensibile e buffo di ringhiare, questa cosa non ha nemmeno una pelliccia o una criniera” oppure se infastidito  ci squarcerebbe a metà. In realtà il discorso del libro è molto lungo e impossibile da riassumere in un scarno articolo. Se dovesse essere fatto in una frase forse sarebbe: “Gli animali non pensano come Noi crediamo loro pensino”.

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In conclusione, non voglio giustificare nulla, il comportamento dei Leoni Marini è grottesco e terribile, e il povero pinguino di sicuro poteva scegliere una spiaggia migliore, ma almeno giustifichiamo il comportamento degli altri pinguini, che per esempio magari neanche capivano cosa stava accadendo, oppure per esperienza (visto che i Leoni Marini si cibano di pinguini) hanno saggiamente deciso di stare alla larga dal predatore visto che ormai per la povera vittima non c’era più speranza, la natura ci insegna che molto di frequente le popolazioni animali sacrificano alcuni individui per la sopravvivenza di molti.

Inoltre una letta al libro di Stephen Budiansky ci farebbe sicuramente vedere gli animali da un altra prospettiva. Pensando per esempio ogni tanto che i gatti su youtube non dicono mamma perché vogliono bene a qualcuno ma perché sanno chi gli dà il cibo, o che il nostro cane non ci vuole bene ma in realtà ci conosce come uno del suo branco e quindi ci rispetta (Cosa tra l’altro anche più bella a parer mio).

received_10205940245853433   Disegni: Valentina Cappelletti